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EDILIZIA - Già 109 vittime nei cantieri italiani nei primi sei mesi 2004Il 16,6% è straniero. La caduta dall’alto, la causa principaleSi muore di più al Nord, ma crescono gli infortuni nel MezzogiornoSei mesi del 2004 e già si contano 109 vittime nei cantieri italiani. La Regione che registra più infortuni mortali è la Lombardia, seguita dal Piemonte e dalla Sicilia. E’ invece il Piemonte la regione che conta il maggior numero di immigrati morti sul lavoro, seguita da Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. E’ quanto è emerso da una ricerca presentata nel corso del Direttivo Nazionale della Fillea Cgil che si è tenuto a Roma e al quale ha partecipato il Segretario Generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Il sindacato degli edili della Cgil da ormai due anni sta monitorando gli incidenti mortali che si verificano nei cantieri edili italiani: lo scorso anno sono stati complessivamente 215. Raffrontando i dati attuali con quelli dello scorso anno, aumentano i casi di infortuni mortali di lavoratori extracomunitari. Sono già 18 le vittime, contro i 12 dello stesso periodo del 2003. E metà delle vittime venute a lavorare in Italia avevano tra 26 e 35 anni: la maggior parte proveniva dai paesi dell’Est Europa. Gli immigrati stanno pagando un prezzo elevatissimo per le condizioni di sicurezza spesso inesistenti. Secondo una recente ricerca i lavoratori immigrati hanno un probabilità doppia di infortunarsi rispetto a quelli italiani. Nel 2003 su 215 vittime, il 15% era extracomunitario, una persona su sei. Un dato che rileva come sia cambiata la mappa di chi lavora nei cantieri edili italiani. La causa più frequente di infortuni è la caduta dall’alto (46%). Le altre cause sono: travolto da gru o altre macchine (19%), colpito da materiali lavoro (19%), il crollo di una struttura o muro (7%), folgorato (5%), altre cause (4%). Gli infortuni mortali accadono più frequentemente nel giorno di lunedì e venerdì ma ci sono anche parecchi infortuni che accadono nei giorni festivi. La sicurezza è l’ultima voce presa in considerazione nel preventivo dei costi e nella programmazione dei lavori, viene spesso considerata una voce accessoria e assolutamente discrezionale. “Nell’anno per la sicurezza del lavoro nel settore edile – sostiene il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini - il numero degli infortuni continua ad essere troppo elevato. La delega approvata dal governo Berlusconi in materia di sicurezza è il segnale della volontà di allentare attenzione e controllo per quanto riguarda la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonostante le continue condanne della Corte Ue sulla vigente legge 626 considerata incompleta. Ad aggravare ulteriormente la situazione è l’approvazione della legge 30 che ha reso ancora più flessibile il mercato del lavoro, anche attraverso estesi meccanismi di depenalizzazione e acuito i problemi che sono causa degli infortuni in questo settore, la frantumazione produttiva eccessiva, i ritmi di lavoro troppo sostenuti, la precarizzazione, la mancanza di formazione e di prevenzione. La domanda di ulteriore flessibilità – conclude Martini – ha investito anche l’edilizia con l’introduzione di rapporti atipici in un settore dove il problema reale è esattamente opposto, la fidelizzazione dei dipendenti, data la scarsità di manodopera in vaste aree del Paese”.
Roma 15 luglio 2004
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©Grafica web michele Di lucchio |
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