
Incostituzionalità della legge Bossi-Fini
Cgil: "Atto
di civiltà della Consulta.Ora occorre mettere mano ad una nuova legge"
Sono state ben due le sentenze della Corte
Costituzionale con cui si dichiarano illegittimi gli articoli 13 e 14
della legge Bossi-Fini. Soddisfazione della Cgil che le ha definite "atti
di grande civiltà che mettono in risalto la fondamentale parità di diritti
e doveri dei lavoratori immigrati".
Un giudizio teso a sottolineare anche il fatto che con i pronunciamenti
della Consulta "ricevono autorevole conferma le prese di posizioni del
sindacato unitario che hanno sempre considerato le parti più reclamizzate
della legge “Bossi-Fini” come quelle più in contrasto con i principi
dell’ordinamento costituzionale".
Questo potrebbe essere solo un primo passo per mettere in crisi la ratio
di una legge sbagliata, una normativa che ha il primato del numero di
ricorsi pendenti presso la Corte Costituzionale.
Un record che, per la Cgil, potrebbe essere superato "assumendo con
coraggio ed onestà l'impegno a riscrivere completamente la legge.
Altrimenti il Governo sarà costretto a 'rattoppare' via via le falle che
si apriranno"
Gli articoli dell'attuale legge sull'immigrazione che sono stati
dichiarati incostituzionali sono l’ -art. 13 comma 5 bis e il 14 comma 5
ter- , quelli secondo i quali un immigrato poteva essere espulso senza
contraddittorio e possibilità di difesa, ed era previsto l’arresto
obbligatorio in flagranza di reato per lo straniero che, senza
giustificato motivo, non avesse rispettato l’ordine del questore di
lasciare il territorio nazionale entro 5 giorni.
Di qui l’incostituzionalità, perché la
norma, non rispettando le garanzie previste dall’art. 13 della
Costituzione, non assicura la perdita di effetti del provvedimento in caso
di non convalida da parte del giudice e non consente il contraddittorio
durante il giudizio, violando i diritti di difesa.
Riguardo al
secondo punto dichiarato incostituzionale, cioè l’ l’art.14, comma 5
quinques, questo, prevedendo l’arresto obbligatorio per chi non si è
allontanato dall’Italia dopo un ordine d’espulsione, ha introdotto
l’arresto per un reato contravvenzionale, e per di più ha stabilito una
pena detentiva, l’arresto da sei mesi ad un anno, di gran lunga inferiore
a quella per cui il codice ammette la possibilità di disporre misure
coercitive.
Le sentenze
della Corte Costituzionale saranno pubblicate mercoledì prossimo sulla G.U.;
esse sono autoapplicative e devono essere immediatamente rispettate.
” Occorre allora- sottolinea la
Confederazione di Corso Italia – assumere l’impegno di creare, anche
attraverso la mobilitazione, le condizioni per una nuova legge
sull’immigrazione che abbia come cardine la parità e la solidarietà".
” Occorre allora- sottolinea la Confederazione di Corso Italia – assumere
l’impegno di creare, anche attraverso la mobilitazione, le condizioni per
una nuova legge sull’immigrazione che abbia come cardine la parità e la
solidarietà".
Alleghiamo il testo delle due sentenze (file
zippati).
sentenza 222 15 luglio 2004
sentenza 223 15 luglio 2004
Proposta di modifica della legge Bossi- Fini. I fatti
Genova-
Si sono svolti sabato 10 Luglio i funerali dell’operaio peruviano Jose
Luis Fernandez Barbeton, morto schiacciato da una manufatto, mentre
lavorava al porto di Genova il 25 Giugno 2004.
Soltanto 15
giorni dopo la sua tragica morte è stato possibile dargli una degna
sepoltura.
Si
aspettava l’arrivo della vedova e delle due figlie dal Perù che a loro
volta aspettavano il rilascio del visto di ingresso in Italia da parte
dell’ambasciata italiana a Lima.
L’ufficio
visti dell’ambasciata italiana, si rifiutava di rilasciare il visto
accusando la vedova, secondo a quanto ha riferito la Chaterine del Pozo,
cugina del povero Jose, residente a Genova, di voler approfittare della
morte del marito per immigrare in Italia.
Il
comportamento immorale dei funzionari dell’ambasciata italiana a Lima,
dichiara Chaterine del Pozo ha aggiunto dolore al nostro dolore per la
morte tragica di mio cugino. E’ inaccettabile che una vedova possa essere
trattata in questo modo da funzionari dello stato italiano. Due mesi fa,
prosegue Chaterine è stata accettata la mia domanda di cittadinanza
italiana che ho presentato tre anni fa per matrimonio con un cittadino
italiano, un mese fa ho giurato fedeltà alla Repubblica Italiana,
diventando cittadina italiana ed ho già avuto un dispiacere dal
comportamento del consolato italiano del mio paese a Lima.
Il
segretario generale della FILLEA CGIL Liguria, Angelo Sottanis, condanna
il comportamento dei funzionari dell’ambasciata: quanto è successo è
incredibile e inaccettabile. Quando abbiamo appreso delle difficoltà della
vedova di ottenere il visto d’ingresso nel nostro paese, abbiamo
contattato il Comune e la Prefettura che si sono mobilitati invano,
soltanto l’intervento del nostro segretario generale nazionale Guglielmo
Epifani ha sbloccato la vicenda. Questo episodio continua Angelo Sottanis
ci ha fatto riflettere e decidere di proporre ai parlamentari liguri di
presentare una proposta di modifica alla legge sull’immigrazione che
permette in questi casi ai parenti dei lavoratori deceduti, non solo di
poter entrare nel nostro paese ma di soggiornarvi per due anni e comunque
per tutto il tempo necessario alla cura degli interessi della famiglia
come ad esempio le questioni previdenziali, quelle relative al trattamento
di fine rapporto ed eventuali cause civili e penali.
Proposta
per modificare la Legge
Art……..
ai familiari di 1° grado del lavoratore immigrato deceduto sul lavoro nel
territorio della Repubblica Italiana, viene rilasciato un permesso di
soggiorno per due anni e comunque per tutto il tempo necessario alla
famiglia per tutelare i propri interessi.
Motivazioni
:
seguire e
curare gli interessi della famiglia rispetto alle cause civili e penali
conseguenti il decesso e tutelare gli interessi della famiglia rispetto
al datore di lavoro e agli istituti previdenziali, infortunistici
assicurativi ,fondi integrativi e Enti Paritetici contrattuali, banche
etc. etc.
Roma 30 luglio 2004