Fillea Cgil : confermati i trend negativi
ipotizzati nell’indagine previsionale curata dalla Scuola Edile del
Molise per iniziativa di sindacati ed imprenditori.
Quando, quasi sette anni
fa, in un convegno alle “Cupolette” fu presentata “Molise 2005”,
la ricerca compiuta dal sociologo, prof. Domenico De Masi, sulle
prospettive di sviluppo della nostra Regione, la data assegnata come
termine per la verifica delle previsioni formulate (l’anno 2005)
sembrava un traguardo lontano, per raggiungere il quale doveva trascorrere
un periodo lungo e, soprattutto, pieno di attività, di iniziative, di
programmi avviati e portati a compimento.
Si sentono ancora
riecheggiare le vivaci polemiche sollevate da alcune delle ipotesi
scaturite dalla ricerca; il vivo risentimento di alcuni dei soggetti (ad
es. : la vecchia classe dirigente) che nello studio stesso venivano
indicati come freno e vincolo per l’attuazione delle politiche di sviluppo
necessarie per affrancare il nostro territorio e la nostra società
dall’atavico ritardo economico e sociale, che da sempre li penalizza.
Neanche è facile
dimenticare l’aria di sufficienza, con la quale alcuni protagonisti della
scena politica del momento – invero ancora sul proscenio nonostante il
trascorrere del tempo e la serie di errori inanellati - , bollarono
“Molise 2005” considerandolo un mero esercizio teorico privo di realistici
riscontri, sicuri della loro capacità di gestire da soli i programmi per
il futuro.
Adesso, quando ci stiamo
avvicinando con grandi falcate alla data della verifica, accanto
all’inevitabile malinconia che accompagna il trascorrere del tempo quando
si è superata l’età giovanile, c’è davanti, purtroppo – e lo diciamo senza
enfasi o compiacimento – la tristezza di dover constatare che si è perduta
una grande opportunità e la nostra Regione non ha compiuto quei passi
avanti possibili e necessari per assicurarle uno sviluppo; anzi da più
parti del territorio abbondano quei segnali preoccupanti di declino
economico, sociale ed,addirittura, demografico che sette anni fa erano
solo ipotizzati, ma che ora si stanno concretamente manifestando.
E’ aumentato il numero
delle aziende in crisi e sono stati coinvolti pesantemente settori e
realtà produttive, che sembravano immuni da rischi e da prospettive di
chiusura; la rete infrastrutturale, che già veniva collocata al primo
posto tra le priorità di una politica di sviluppo del territorio, non ha
fatto grandi passi avanti se non nei discorsi – anzi, saremmo portati a
dire: nei “proclami” - ormai inascoltati di qualche “boss” della politica
locale, che vede autostrade, linee elettriche, condotte d’acqua e di gas,
oltre a non si sa ancora quale ben di Dio, dove, invece, abbiamo solo
infrastrutture degradate dal tempo e dalla trascuratezza; le occasioni di
lavoro si vanno sempre più rarefacendo per giovani e meno giovani,
costretti a riprendere la “valigia dell’emigrante” o a sottostare ad
odiosi rapporti di “lavoro nero”; la modernizzazione dell’amministrazione
sia regionale, sia degli enti locali – che in “Molise 2005” veniva
considerato un altro elemento indispensabile per il progresso della
società molisana – non si è realizzato e ciò, certamente, non per cattiva
volontà o incapacità dei lavoratori interessati.
Il quadro, che ci
troviamo davanti, è desolante ed altrettanto desolante è l’analisi delle
motivazioni di questo deludente andamento, per il quale possono ricercarsi
diverse giustificazioni, alcune anche valide, che però sicuramente hanno
trovato amplificazione nel mancato “salto di qualità” della classe
dirigente, che indubbiamente non è stata capace di gestire la transizione
verso il “nuovo”, rappresentato dall’integrazione europea, con i rischi e
le opportunità connesse, dalla globalizzazione dei mercati,
dall’approssimarsi del federalismo voluto da questa maggioranza, che ha
molto poco di “solidale” e che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza
di regioni come la nostra.
Queste cose erano state
dette e sottolineate in “Molise 2005”, come pure era stata evidenziata la
necessità di una valorizzazione dei rapporti e degli equilibri fra i vari
soggetti responsabili della promozione dello sviluppo, con uno stretto
coordinamento ed una vera “concertazione” per raggiungere gli obiettivi di
sviluppo auspicati dalla società molisana.
Invece, - sull’onda
delle tendenze formulate a livello nazionale - si preferisce la strada
dello scontro e dell’isolamento dei vertici istituzionali in una “torre
d’avorio”, da cui pontificare senza tener conto delle istanze e delle
esigenze espresse dalla società civile e dal territorio attraverso la rete
delle rappresentanze sociali che costituiscono una peculiarità e una
risorsa da valorizzare nel nostro Paese.
Adesso, in questa logica
di isolamento e di supremazia, si profila anche l’ennesimo e, forse, più
grave rallentamento o, addirittura, blocco delle attività amministrative
ed istituzionali per una crisi del governo regionale, che sta covando da
molto tempo e fa perdere di vista le vere esigenze della comunità
regionale in un momento di grave difficoltà e di incertezza per il futuro.
Ancora una volta,
perciò, alla luce della difficile situazione generale della nostra Regione
e del delicato momento istituzionale che stiamo vivendo, senza
presunzioni e senza prevenzioni, convinti della correttezza e della
validità del meccanismo della “concertazione” che sosteniamo, chiediamo al
Governo regionale il superamento dell’attuale atteggiamento di chiusura,
che non porta da nessuna parte, e l’apertura di un tavolo di confronto a
tutto campo sulla situazione di stallo dell’economia e dell’occupazione
nel Molise oltre che sulle iniziative da adottare con urgenza, anche nei
confronti del Governo nazionale, per dare risposte credibili ai cittadini
della nostra Regione.
Domenico di Martino