![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
XVI Congresso Fillea Cgil - Intervento di Anna De Biase - Fillea Napoli
Nel 1994 dentro un cantiere di restauro,nella chiesa di Donnaregina a Napoli,muore un restauratore di ventotto anni fulminato da una scossa elettrica mentre operava su di un affresco. Lavorava con una delle tante ditte fiduciarie della soprintendenza. Una delle TANTE che non rispettava,e violava i diritti dei lavoratori e lavoratrici. Una nostra delegazione si presentò in cgil per chiedere tutele,ci rivolgemmo al sindacato degli artisti ma,capimmo che la nostra categoria non era affatto riconosciuta e il dramma consumato passò inosservato agli occhi di tutti. Delusi andammo via!!! Col tempo aumentava la richiesta di competenze nel restauro e di pari passo aumentava lo sfruttamento intensificando sempre di più la violazione dei diritti dovuta alla poca chiarezza delle qualifiche necessarie ,a tutto vantaggio delle ditte del settore. Un caso volle che nel 1997 due dirigenti della fillea di napoli si imbatterono in un cantiere edile della mostra d’oltremare dove si eseguivano anche lavori di restauro. Vedere quattro donne che lavoravano su di un impalcatura a quaranta metri di altezza li lasciò sorpresi e dalle verifiche poi effettuate,ancora una volta l’impresa non rispettava le fondamentali norme di sicurezza e si sentirono quindi in dovere di intervenire nei confronti dell’ente appaltante. Sollecita invece fu la querela dell’imprenditore ai due sindacalisti. Questi episodi furono significativi e finalmente nella fillea cgil di Napoli trovammo un valido appoggio per la tutela dei nostri diritti. La fillea cgil di Napoli e Roma furono le uniche strutture ad organizzare i restauratori. Nel 2000 presentammo un esposto alla magistratura,denunce all’ispettorato del lavoro e all’asl,fu chiuso un laboratorio “lagher” a capodimonte, chiedemmo incontri alla soprintendenza per fare chiarezza sugli affidamenti degli appalti e rompere il monopolio delle lobby delle imprese fiduciarie che alimentavano, e alimentano tuttora una falsa concorrenza,attraverso il meccanismo del massimo ribasso che si ripercuote esclusivamente sui lavoratori e sulla qualità delle opere. Sfruttando questa situazione un vero e proprio partito trasversale composto da pezzi del Ministero dei beni culturali,forze politiche e lobby di scuole di formazione, leggittimarono l’emanazione di un decreto firmato purtroppo dalla compagna “Melandri” e dal guardasigilli “Fassino”(lo ringrazio comunque per i saluti di ieri ). Un decreto che ha tagliato fuori la vera forza lavoro proveniente dalle scuole d’arte,dalle accademie,e dalla lunga esperienza formatasi nei cantieri.La vera forza lavoro che viene realmente e continuamente utilizzata dal mercato a differenza del personale proveniente dalle poche scuole riconosciute a livello ministeriale che è utilizzato nelle funzioni di stagisti o per le direzioni dei lavori. INSOMMA O PER FORMA O PER LUCRO!! Il decreto Melandri ha leggittimato di fatto quello successivo del ministro Urbani che ha provocato ulteriori ingiustizie,e non è stato abrogato nonostante l’impegno della fillea cgil. Non solo,un protocollo d’intesa sottoscritto in Campania sulle questioni che riguardano la formazione ed il lavoro,è stato boicottato dal Ministero dei beni culturali e dal partito trasversale per mantenere il monopolio della formazione. Nonostante la crescente e giustificata rassegnazione dei restauratori la fillea cgil di Napoli ha istituito uno sportello di assistenza legale e sindacale per i lavoratori,oltre a garantire una presenza costante nei cantieri su tutto il territorio campano e sono così aumentate le adesioni ed il numero dei compagni e delle compagne all’interno degli organismi dirigenti. Il settore del restauro è composto prevalentemente da donne che hanno vissuto e vivono grossi disagi come lavoratrici,prima che come donne. Spero che almeno qui,in futuro ,le donne non vengano più considerate semplici QUOTE,e che la nostra presenza all’interno del sindacato sia risolto presto come problema,per permetterci ancora più presto di parlare dei reali problemi delle donne, e mi auguro a nome di tutti i restauratori e restauratrici di poter intervenire in seguito su problemi diversi. “GRAZIE”
Anna De Biase
|
|
©Grafica web michele Di lucchio